Mercury Falling

May
10
1996
Rome, IT
Palaeurwith Antonella Ruggiero
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Sting, l' uomo dai cento volti - Sullo sfondo di una triste felicita' un mondo di seduzioni...

Al Palaeur quasi diecimila spettatori al trionfale concerto del cantante inglese.

Sting, uno, nessuno e centomila. Sting mille anime ha trionfato una volta ancora al Palaeur, ieri sera davanti a quasi diecimila persone. Il suo ritorno a Roma ha un sapore diverso rispetto al passato. Certo, il pubblico si sbraccia, urla, intona i cori, canta con lui nelle incursioni dedicate al glorioso passato con i Police, da 'Synchronicity' a 'Every Little Thing She Does Is Magic', da 'Roxanne' a 'Englishman in New York' che dopo un' ora e quaranta chiude il concerto mutando pelle, mimetizzandosi in versione rap. Ecco come secondo bis 'Every Breath You Take'. E come una bottiglia in mezzo al mare che ogni volta ritorna in superficie e occupa l' intero orizzonte, l' epopea dei Police a tratti invade gioiosamente la scena. Ma nella dimensione ''live'' e' chiaro lo sforzo di proiettare il suo nuovo identikit artistico.

E forse umano. A 45 anni, Sting, vestito di pelle nera, e' un musicista maturo che ha raggiunto un equilibrio malgrado la sua inquietudine, il continuo zigzagare, il gusto delle contaminazioni. Che si allunga come un' ombra mai minacciosa nel nuovo, struggente compact, 'Mercury Falling', il cuore del concerto con otto brani in scaletta. Qui si annida uno Sting pieno di molle languore, di controllata sensualita' e di simbolismi immaginari. Superati i toni cupi, ci parla in modo piu' sereno dei temi che accompagnano il grande cerchio della vita. Anche il dialogo con la morte che lui rinnova, con lo sguardo astuto e candido di un' "Operetta Morale", diventa meno plumbeo in 'Let Your Soul Be Your Pilot'. ''Ho raggiunto una fase della mia vita in cui non vedo la morte come la fine di tutto. Vedo la morte come una meta, un' altra porta da aprire''.

E poi c' e' l' inverno della vecchiaia, in 'The Hounds Of Winter', il pezzo che apre la serata e in cui Sting s' immagina nei panni di una persona in eta' avanzata: ''La canzone di un vecchio, piu' vecchio di quanto non sia adesso . dice il musicista . parla della perdita di qualcuno che si ama e di come ti potresti sentire''. Il concerto prende subito le forme di un viaggio iniziatico nel dolore e nella sofferenza, nel mistero della vita. Ci sono citazioni e rimandi a Keats per la conoscenza del dolore, e a Wordsworth per l' adesione al principio che la poesia (come la musica) torni a occuparsi della vita nella sua eroica quotidianita'. Ma tutto viene temperato dai colori tenui della filosofia abbracciata da Sting. E il percorso si riconduce a un ''progetto'' coerente che sale per tutti i rami della sua personalita'.

Fino alla scenografia: scarna, sobria, spoglia. Un grande telo sullo sfondo e sette pannelli dove scorrono immagini prevalentemente naturali. Il ''nuovo'' Sting si rivolge di rado al pubblico, maturo, cresciuto con lui (un solo striscione adolescenziale), ed e' lontano dai gigionismi che ne deformavano i contorni. Reinventando il suo repertorio antico e nuovo, con il prezioso contributo dei fiati, Sting va contro la legge del rock, che lui ha denunciato: ''E un genere conservatore, alla gente piace ascoltare sempre le stesse cose''. E l' onnivoro anelito alla liberta' nella musica si traduce in metamorfosi estetiche, riverberi linguistici: dal folk al rock, dalla bossa nova al soul, dal jazz alle morbidezze celtiche. A 45 anni, Sting e' un giocatore d' azzardo che mischia le carte e sovverte le regole con l' ''incoscienza'' di un bambino. Il concerto e' stato aperto da Antonella Ruggiero. L' ex dei Matia Bazar ha abbandonato il pop commerciale e dice che ha voluto sganciarsi dalla routine. E andata in India. E tornata con l' album "Libera". Adesso e' chiaro perche' Sting in persona l' ha voluto come ''spalla'' di lusso del suo tour italiano.

(c) Corriere della Sera by Cappelli Valerio
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